Pezzotto: reato, rischi e multe

Il pezzotto è purtroppo una forma di pirateria sempre più diffusa (dagli ultimi report sono più di 10 milioni gli italiani che ne hanno utilizzato uno), in questo articolo vedremo nel dettaglio come funziona a livello tecnico e quali sono le principali ragioni per tenersene lontani.

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Il pezzotto ha sostituito i decoder pirata che permettevano di vedere i servizi di trasmissioni tv a pagamento, senza pagare il corrispettivo mensile.

Tipicamente il pezzotto è il modo più diffuso per vedere le partite in modo pirata.

Come funziona il pezzotto?

Come funziona il pezzotto?

Il pezzotto non è altro che l’accoppiata di un normalissimo TV box Android, che alcuni chiamano erroneamente decoder, con una lista IPTV privata, contenente i canali che tipicamente trasmettono le partite.

Per funzionare ha bisogno della connessione alla rete Internet, infatti i canali presenti nella lista IPTV, sono dei normali flussi video trasmessi in streaming in diretta.

Si tratta quindi di un modo, a volte scelto superficialmente da molti (che non si rendono nemmeno conto di stare facendo un reato), per vedere le partite, gli eventi sportivi (di DAZN e non solo) e le serie TV anche di Netflix, Prime Video e Disney Plus, risparmiando.

Grazie al pezzotto infatti, invece di pagare il prezzo pieno degli abbonamenti legittimi, utilizzando quelli pirati si paga un corrispettivo molto più basso (che tipicamente si aggira sui 10 € mensili).

I persone che utilizzano la pirateria sono purtroppo molto numerose, causando grossi danni ai legittimi proprietari dei contenuti e retate sempre più frequenti della Polizia Postale e della Guardia di Finanza.

Come fanno le forze dell’ordine a scoprire chi usa il pezzotto?

Questa è una una delle parti più interessanti del nostro articolo, abbiamo spiegato che il pezzotto è in realtà una lista IPTV privata e come una IPTV tecnicamente funziona.

Ognuno di noi quando è connesso in rete, deve possedere un indirizzo IP univoco, che è quasi come una targa automobilistica. Essendo univoco permette di stabilire ai protocolli di rete quali sono i pacchetti che noi inviamo e quali quelli di risposta dei server che sono indirizzati a noi.

Quindi a partire dell’indirizzo IP è abbastanza semplice risalire al titolare del contratto per la fornitura di Internet. Ovviamente, questi dati vengono forniti alle forze dell’ordine nell’ambito delle loro indagini per individuare i pirati.

Emblematico è stato il caso della fine del campionato di calcio 2021-22, quando la polizia postale dopo aver sgominato un’organizzazione che gestiva un server IPTV con migliaia e migliaia di contatti italiani, ha lasciato il server attivo per prendere gli indirizzi IP di tutti gli utenti che si connettevano.
Così la polizia postale ha potuto produrre prove contro gli utenti connessi che potranno essere perseguiti e rischiando sanzioni pesanti.

Che reato commette chi usa il pezzotto?

Chi usa il pezzotto, commette lo stesso reato di chi utilizza una lista IPTV. In molti sono erroneamente convinti che rischi solo chi fornisce il servizio pirata, in realtà ormai sono sempre più numerosi i casi di “clienti” che si sono ritrovati nei guai con la giustizia.

Purtroppo, non si rischia solo una multa come succedeva una volta, a partire dalla sentenza della Cassazione n. 46443/2017 le cose sono molto cambiate.
La Cassazione ha infatti confermato la sentenza della Corte d’Appello che aveva comminato seguendo la legge 633/1941 art. 171-octies la pena di una multa da 2000 € a un cittadino, che usava il sistema del Card Sharing per vedere emittenti pay per view senza pagare.

Adesso chiunque, con qualsiasi mezzo, liste IPTV e pezzotto compresi, cerca di vedere i canali Pay senza corrispondere il dovuto alle aziende proprietarie rischia grosso.

Oggi anche i clienti rischiano una sanzione penale oltre al risarcimento da corrispondere alla pay-TV violata, sempre per violazione del diritto d’autore.
Le sanzioni non sono per nulla economiche e vanno dai 2.582 euro ai 25.822 €, più il carcere da un minimo di sei mesi fino a tre anni.

Inoltre, sempre più spesso, la cronaca ci ha consegnato notizia di diversi raid che hanno chiuso i server di diversi ricettatori e individuato, denunciato e colpito anche i clienti.

Perché i pirati consigliano di dotarsi di un servizio VPN?

Quando gli utenti sempre più spesso chiedono informazioni sulla “sicurezza” delle liste IPTV (e quindi del pezzotto) i ricettatori li invitano a dotarsi di un servizio VPN no logs per stare tranquilli. Ma ci si può chiedere se questa sia una vera soluzione, o solo un modo per rassicurare privo di efficacia.

Da un certo punto di vista l’utilizzo di una VPN è tecnicamente efficace, i buoni servizi VPN a fronte di un bassissimo corrispettivo permettono di nascondere l’indirizzo IP di un utente tutelandone l’anonimato in rete.

A questo punto però è di importanza critica il metodo di pagamento, utilizzandone uno tracciabile è fin troppo facile per le autorità identificare comunque i clienti di un ricettatore IPTV (o del pezzotto), anche se poi utilizzando un buon servizio VPN risulta comunque molto più difficile provare che l’utente ha davvero usato la lista e visionato i canali (potrebbe averla acquistata ma mai utilizzata).

Quindi, concludendo, è vero che un buon servizio VPN a pagamento (quelli gratuiti per limitazioni intrinseche non sono adatti allo scopo), potrebbe schermare gli utenti dalla gran parte dei rischi.

Esistono liste IPTV con VPN integrata?

Alcuni venditori di IPTV con il fiuto degli affari, sentendo le paure degli utenti sostengono che le loro liste IPTV hanno una VPN integrata. Così dovrebbero essere “sicure” secondo la loro narrazione.

In realtà tecnicamente ciò non è possibile, un servizio VPN ha bisogno di un client sul dispositivo che si connette al server (tipicamente quindi sul proprio TVbox). Una lista IPTV da sola non può garantire alcuna sicurezza e non può integrare al suo interno nessuna VPN.

Gli altri rischi del pezzotto

A parte il reato, la mega multa e il rischio di finire in prigione, bisogna ricordare che chi fornisce le liste IPTV e il pezzotto è normalmente un criminale informatico.

Da un lato quindi, pagando il pezzotto si finanziano le reti di cybercriminali dall’altro bisogna stare attenti a non fornire loro i propri dati personali e finanziari per non finire dentro delle truffe.

C’è anche un’altra ragione etica, se nessuno paga i produttori dei contenuti, questi presto non potranno più produrre gli show e le dirette degli eventi spostivi (come le partite) che ci piacciono.

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