Controllo età nei siti porno: cosa cambia per la privacy

Il punto di partenza va chiarito senza giri di parole, la misura nasce per tenere i minorenni fuori dai contenuti per adulti, non per rafforzare la privacy degli adulti. Il tema della riservatezza, però, diventa immediatamente centrale perché chiaramente questa misura tocca la libertà di navigazione e l’intimità dei gusti personali.

Ufficialmente, dal 12 novembre 2025, l’accesso ai siti porno dall’Italia richiede una verifica “efficace” della maggiore età: non più il semplice banner da cliccare, ma un’app che dovrà fornire al sito una conferma certificata che l’utente sia maggiorenne.

In questo articolo vedremo in breve come funziona il controllo età nei siti porno, i più grandi rischi che questo comporta, cosa è avvenuto nei paesi dove un blocco analogo è già entrato in vigore e i comportamenti da adottare per tutelare al meglio il tuo anonimato.

La delibera AGCOM e le sue conseguenze

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L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato la delibera n. 96/25/CONS che attua l’articolo 13-bis del Decreto Caivano, dedicato alla protezione dei minori online. L’obiettivo dichiarato è impedire ai minorenni l’accesso a contenuti pornografici, problema reale considerando che moltissimi adolescenti accedono liberamente a questo tipo di materiale senza alcun controllo effettivo.

La normativa stabilisce che i gestori di siti pornografici e le piattaforme di condivisione video che diffondono pornografia in Italia devono dotarsi di un sistema efficace di verifica dell’età entro sei mesi dalla pubblicazione del provvedimento, avvenuta ufficialmente il 12 maggio 2025.

Scaduti questi sei mesi, AGCOM può contestare le violazioni e avviare procedure che includono la diffida ad adeguarsi e, in caso di mancato rispetto, l’ordine di inibire l’accesso al sito dall’Italia tramite blocco degli indirizzi IP.
Questo approccio si inserisce in un contesto europeo più ampio, definito dal Digital Services Act, che stabilisce obblighi e responsabilità per le piattaforme digitali con l’obiettivo di garantire un ambiente online più sicuro. La novità, rispetto al passato, è che questi sistemi devono essere precisi, robusti, non intrusivi e non discriminatori.

Quindi, non basta più cliccare su un pulsante, serve una verifica reale dell’identità e dell’età dell’utente.

Quali siti sono coinvolti e le tempistiche del blocco

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AGCOM ha pubblicato un elenco di 45 indirizzi web che rientrano nell’obbligo di verifica dell’età.

Tra i nomi più conosciuti troviamo Pornhub, YouPorn, RedTube, Xvideos, XNXX, Chaturbate, LiveJasmin e anche OnlyFans.

La lista è stata suddivisa in due gruppi principali, con tempistiche diverse per l’applicazione delle misure, a seconda della sede legale delle società che gestiscono queste piattaforme.

Il primo gruppo comprende i siti gestiti da società stabilite in Italia o fuori dall’Unione Europea.
Per queste piattaforme, AGCOM può agire già dalla scadenza dei sei mesi, quindi dal 12 novembre 2025.
In questo gruppo troviamo ad esempio OnlyFans (Fenix International Ltd, Regno Unito), Chaturbate (Multi Media LLC, USA), Cam4 e il sito italiano Hentai-Ita gestito dalla società ONLAB S.R.L.S.

Il secondo gruppo include invece i siti gestiti da società stabilite in altri Stati membri dell’Unione Europea.
Per queste piattaforme AGCOM deve rispettare una procedura europea che discende dalla direttiva sul commercio elettronico, che prevede la comunicazione allo Stato membro nel quale la piattaforma è stabilita e alla Commissione europea prima di imporre misure restrittive in Italia.
Questo significa che per piattaforme come Pornhub, YouPorn e RedTube (gestite da Aylo Freesited Ltd con sede a Cipro), Xvideos e XNXX (Repubblica Ceca), Stripchat e XHamster (Cipro), la piena applicabilità delle misure italiane scatta tre mesi dopo la pubblicazione della lista, quindi febbraio 2026.

Come funziona il il doppio anonimato

Dimenticati la classica domanda “Hai più di 18 anni?” con il pulsante da cliccare. AGCOM ha stabilito che la verifica dell’età deve essere concreta ed efficace, impedendo realmente ai minori l’accesso ai contenuti pornografici.
Allo stesso tempo, l’Autorità rifiuta categoricamente l’idea che il sito porno raccolga direttamente dati di identità, foto di documenti o dati biometrici dell’utente.
È qui che entra in gioco l’architettura europea della verifica dell’età, basata su un’app dedicata e sul meccanismo del “doppio anonimato”.

Il sistema per effettuare il controllo età nei siti porno si basa su quattro soggetti fondamentali:

  1. l’utente che vuole accedere ai contenuti;
  2. l’Age Verification App Provider (AVAP) che fornisce l’applicazione per la verifica dell’età da scaricare sul tuo smartphone;
  3. l’Attestation Provider (AP) che è un ente pubblico o privato accreditato che rilascia l’attestazione di maggiore età dopo aver verificato la tua identità;
  4. la Relying Party (RP), cioè la piattaforma o il servizio online che richiede la verifica dell’età prima di consentirti l’accesso ai contenuti.

Il processo di controllo età nei siti porno prevede due fasi principali.

Nella fase di attivazione, scarichi l’applicazione di verifica dell’età sul tuo dispositivo mobile e richiedi all’Attestation Provider l’attestazione di maggiore età tramite diverse modalità di identificazione: scansione della Carta d’Identità Elettronica, passaporto elettronico, procedure bancarie di identificazione del cliente o sistemi di verifica degli operatori mobili.

Nella fase di utilizzo, quando accedi a un sito di contenuti per adulti, la Relying Party (il sito) chiede la prova di maggiore età.
Se stai navigando da PC, dovrai scansionare con l’app un codice QR visualizzato sul sito web.
Se accedi da smartphone, l’operazione è diretta, con la condivisione immediata e automatica della “prova d’età”.
L’elemento cruciale è che il sito riceve soltanto l’esito binario “maggiorenne sì o no”, senza ricevere nome, cognome, data di nascita o copia del documento.
Il soggetto terzo che verifica l’età, a sua volta, non deve conoscere quale sito vuoi visitare.

AGCOM definisce questa architettura come un sistema orientato alla minimizzazione dei dati e alla separazione dei ruoli, per evitare che nascano elenchi nominativi delle persone che accedono a siti pornografici.

Se vuoi sapere ancora più nel dettaglio su come funziona tecnicamente il blocco, ti invitiamo a consultare il nostro approfondimento dal titolo Verifica dell’età nei siti porno: cosa cambia dal 12 novembre 2025, privacy, rischi, come funziona.

I rischi concreti per la tua privacy

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Nonostante le garanzie tecniche, esistono alcuni rischi reali per la tua privacy che vale la pena conoscere.

Le specifiche tecniche prevedono la possibilità per i servizi di memorizzare l’esito della verifica dell’età, associandolo a un account utente.
Questo meccanismo, pensato per evitare la richiesta ripetuta della verifica a ogni accesso, rischia però di incentivare la creazione sistematica di account anche dove attualmente non è previsto o è evitato.

Le piattaforme potrebbero spingere gli utenti a registrarsi per due motivi: venire incontro all’utente evitandogli di verificare l’età ogni volta, e accrescere il numero di utenti registrati, un dato di valore anche per gli investitori.

Questo potrebbe ridurre significativamente l’anonimato dell’utente adulto e aumentare l’esposizione a raccolta dati, tracciamento tramite email e comunicazioni indesiderate.
Non va escluso che, per inesperienza o superficialità, alcuni utenti potrebbero registrarsi con nome e cognome reali, accentuando i rischi di profilazione.

Dai documenti ufficiali non emerge alcuna previsione di trasmissione dei dati di registrazione o di utilizzo dell’app verso server esterni, né all’Unione Europea né ad autorità centrali.
Non esiste, nelle specifiche tecniche, un database centralizzato degli utenti registrati, e la versione standard della White Label App non include telemetria o log di installazione inviati a soggetti terzi.
Tuttavia, va sottolineato che ogni Stato membro o fornitore privato che personalizzerà la soluzione potrà tecnicamente implementare funzionalità aggiuntive come statistiche, log o analitiche.

Cosa è successo nel Regno Unito e in Francia

L’implementazione concreta delle misure di controllo età nei siti porno si sta rivelando tutt’altro che semplice, e l’esperienza di Regno Unito e Francia offre un quadro illuminante sui problemi pratici, tecnici e politici che emergono quando si cerca di costruire barriere digitali per contenuti legali ma sensibili.

Il Regno Unito ha introdotto l’Online Safety Act 2023, con misure stringenti entrate in vigore il 25 luglio 2025.
La legge britannica impone il controllo età nei siti porno, adottando sistemi di verifica dell’età “highly effective” per l’accesso a contenuti riservati a un pubblico adulto, con sanzioni severe fino a 18 milioni di sterline o il 10% del fatturato globale per chi non si adegua.

L’obiettivo dichiarato era chiaro, impedire ai minori di accedere a pornografia online attraverso controlli robusti basati su verifica della carta di credito, corrispondenza con documenti di identità fotografici e stima dell’età tramite caricamento di selfie.

Nonostante queste intenzioni, alcuni casi recenti hanno messo in luce come sistemi apparentemente sofisticati possano essere aggirati con estrema facilità, sollevando dubbi sulla reale efficacia delle misure adottate.

Gli algoritmi di stima dell’età mostrano significativi problemi di accuratezza tra gruppi demografici diversi, con gruppi per la privacy che mettono in guardia su potenziali impatti discriminatori legati al riconoscimento facciale per diverse etnie ed età.​

A ciò si aggiunge l’uso crescente di VPN da parte degli utenti per simulare la connessione da un Paese non soggetto alla regolazione, eludendo così completamente l’obbligo di verifica.
Questo fenomeno ha determinato un’impennata straordinaria del traffico verso i servizi VPN nel Regno Unito subito dopo l’entrata in vigore della legge.

Secondo i dati, le applicazioni VPN sono schizzate in cima alle classifiche dell’App Store britannico immediatamente dopo il 25 luglio 2025, con alcuni fornitori che hanno registrato aumenti fino al 1.800% nei download.

Ciò solleva ulteriori interrogativi sulla sicurezza, le VPN gratis, anche le migliori raramente sono davvero sicure, in quanto, per poter permettersi di mantenere il servizio, spesso rivendono i dati dei propri clienti, generando grossi problemi per la privacy.

In Francia, invece, oltre il solito aumento nel traffico delle VPN alcuni siti hanno risposto al blocco sostituendo i contenuti con l’immagine della Marianne e lo slogan “La libertà non ha un interruttore”.

Come proteggere il tuo anonimato

Per tutelare al meglio la tua privacy in questo nuovo scenario, è necessario adottare alcuni comportamenti specifici. Innanzitutto, usa esclusivamente l’app di verifica ufficiale e mantienila aggiornata, privilegiando soluzioni che memorizzano localmente le attestazioni e non richiedono l’invio della tua identità completa al sito.

Evita di creare account dove non è strettamente necessario, se la registrazione diventa obbligatoria, utilizza e-mail dedicate separate dalla tua identità principale (una mail temporanea è perfetta per lo scopo), disattiva tutte le newsletter, limita i consensi marketing al minimo indispensabile e rivedi periodicamente le impostazioni privacy del profilo.

Pulisci regolarmente cookie e file temporanei del browser, attiva le protezioni anti-tracking integrate nel tuo browser e valuta l’uso di profili o contesti separati per contenuti sensibili, riducendo così la correlazione tra “esito maggiorenne” e comportamento di navigazione.

Non caricare mai documenti di identità direttamente su piattaforme che non rientrano nell’architettura ufficiale di verifica, diffida di richieste extra rispetto al flusso standard basato su QR code o token.
Proteggi sempre il dispositivo con PIN o autenticazione biometrica robusta, perché se un minore accede a un dispositivo già “verificato”, l’effetto barriera si azzera completamente.

Ricorda che la misura è nata per proteggere i minori, non per tutelare la tua privacy, la sua riuscita dipenderà dalla coerenza dell’implementazione con i principi di minimizzazione dei dati e separazione dei ruoli.

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